Scopriamo la storia Giorgio, nome
fittizio, attraverso il suo disegno, vedremo in questo post un’analisi
sintetica, ma sufficiente a comprendere il
suo vissuto emotivo. L’approccio è basato sull’interpretazione a base
grafologica e sulla metodologia e il protocollo che ho messo personalmente a punto nella mia carriera. La ricca simbologia espressa nel disegno consente ad un grafologo
preparato di penetrare nel profondo e sfogliare la storia di vita della
persona, mettendo in evidenza anche i potenziali. Le frasi in corsivo sono le
parole dei genitori.
Ecco qualche informazione: Giorgio
è un ragazzo di 12 anni, ha terminato con molta fatica la classe prima media, è
figlio unico, la mamma lavora in un negozio di abbigliamento in un centro
commerciale ed il padre ha un’attività come elettricista. I genitori mi
chiedono consulenza preoccupati poiché il figlio tende ad avere degli scatti di
rabbia, ad isolarsi, è taciturno, in casa: “sembra
che non ci sia…passa molto tempo alla televisione oppure con il suo tablet…poi
non gli si può dire niente, appena lo si riprende per qualcosa si arrabbia fino
ad arrivare a spaccare qualcosa…”. Durante l’anno scolastico spesso si è
rifiutato di andare a scuola, manifestando forti crisi d’ansia; alcuni
pomeriggi quando i genitori sono fuori per lavoro Giorgio è affidato alla zia.
I genitori non capiscono cosa stia accadendo perché Giorgio è un figlio: “coscienzioso,
serio, posato, un ometto…”.
Vediamo il disegno
di Giorgio (cliccate sulle immagini per ingrandirle).
Cominciamo con osservare che il
disegno non viene colorato: questo esprime la tristezza di Giorgio, il quale
sperimenta dei momenti di calo del tono umorale, espressi dal disegno che tende
a discendere verso la destra del foglio. Il non colorare il disegno, lo sottolineo non esorime sempre tristezza o difficoltà emotive: bisogna sempre valutare il songolo caso e, soprattutto il contesto grafico. Ad esempio un disegno non colorato potrebbe dipendere da fattori di circostanza come ad esmepio il non avere a disposione tempo o matite colorate. In questo caso è stata una scelta del ragazzo il non colorare. Il tratto è incerto e tremolante,
indicando un Io che accumula tensione e rabbia, che poi esplode in crisi di collera
improvvisa, un senso di incompresione alla base del vissuto. Possiamo anche notare che gli oggetti rappresentati hanno un
disordine nella spaziatura: alcuni di essi sono ravvicinati ed altri sono
distanti lasciando dei vuoti, questo è in correlazione con i momenti di
isolamento del ragazzo. Cosa sta accadendo a Giorgio? Cominciamo ad analizzare
nel dettaglio la sua rappresentazione grafica. Seguendo la simbologia dello spazio
grafico dividiamo il foglio in tre parti andando ad analizzare quali elementi si
collocano a sinistra (che ricordo esprime le origini, i vissuti, il rapporto
con la propria famiglia, ecc), nel centro (che esprime il qui ed ora) e a
destra (che è in relazione al futuro, alle speranze, alla crescita).
Iniziamo a valutare la parte sinistra, in relazione alle dinamiche del
passato, al rapporto con i genitori, ali ricordi ed ai vissuti nei primi anni
di vita.
Abbiamo due fiorellini, una casa
con due alberi a lato (di cui uno attaccato al muro), un tronco con tre fiori,
dell’erba spigolosa e dei sassi attorno al tronchetto fiorito.
Cominciano con osservare i due
fiori: essi esprimono il rapporto di Giorgio con la mamma, simbolicamente
attraverso essi, il ragazzo proietta un rapporto di dipendenza con il materno
da cui si aspetta protezione, attenzione, accudimento, cure fisiche ed
affettivo-emotive. Vi invito ad osservare come il secondo fiore nasce proprio
dal primo, una sorta di cordone ombelicale. I due fiori si guardano, osservateli sembrano un figlio in braccio alla mamma che si ossservano.
A sinistra abbiamo un primo
albero: esso è inclinato verso la sinistra: esprimendo simbolicamente le dinamiche
evolutive e psichiche con la figura
materna. L’albero rappresenta l’Io di Giorgio, essendo attratto e piegato sulla
sinistra, si evidenzia un materno che non ha favorito l’autonomia durante la
crescita, in questo caso perché il genitore è assente e poco attento ai bisogni emotivi.
Giorgio chiede alla mamma, attraverso il suo disegno, di offrirgli la possibilità
di crescere senza perdere attenzione, affetto e bisogno di calore. Se osservate
i rami sono tre, come i componenti del nucleo familiare, il primo ramo in
questo caso è la mamma, il secondo Giorgio ed il terzo il padre: il ragazzo si
colloca al centro tra i due genitori, segno del bisogno di attenzione. Tendenzialmente più orientato alla
ricerca del padre che vive però come distante (il ramo padre è staccato). Va
osservato che tutti i rami sono appuntiti segno di sofferenza affettiva ed
emotiva che il ragazzo vive soggettivamente, egli percepisce anche il rapporto della coppia
genitoriale come sofferente e contraddistinto da distanza. La chioma dell’albero
è discendente, cade verso il basso: si conferma un'altra volta che il paterno è
distante, non sollecita il figlio all’autonomia e non lo sprona alla socializzazione,
vive il padre come figura svilente (ciò come vedremo troverà molti elementi
fautori a sostegno di questa ipotesi). L’erba in tutto il disegno è angolosa:
Giorgio comunica che il terreno su cui vive è spigoloso, contraddistinto da
ansia, timori, tensioni.
Osserviamo la casa: essa è
sviluppata in verticale, esprimendo che all’interno di essa
le figure genitoriali sono particolarmente razionali e normative, poco aperte
alla comunicazione emotiva ed affettiva. Giorgio si sente schiacciato, infelice e incompreso. Questo viene confermato anche da elementi
quali: finestre sbarrate e porta con lucchetto, Giorgio non ha vissuto la
dimensione della socialità in maniera adeguata e questo lo ha portato ad
isolarsi ed immergersi in un mondo fantastico come fuga da una realtà percepita
come frustrante, ciò viene confermato dalla presenza di una finestra-soffitta
(non presente nella casa reale), particolarmente ampia e orizzontale (in
grafologia l'orizzontalità è segno del bisogno di comunicazione, di mettersi in relazione e di manifestazione di sé).
Accanto alla casa abbiamo un secondo albero: è l’Io di Giorgio fuori dall’ambiente
familiare (è inclinato sulla destra ed è al lato esterno della casa); osservate
che mantiene le caratteristiche dell’albero a sinistra ma è più grande in
altezza ed addossato al muro dell’abitazione. Questi elementi fanno ipotizzare
che a Giorgio sia stato chiesto di crescere e porsi nel sociale come un
ragazzino grande ed autonomo, senza che però ne abbia la reale capacità, l’addossamento
esprime gli stati ansiogeni e il bisogno di percepire un supporto e
rassicurazione dai genitori.
Osserviamo anche un tronchetto: esso porta tre fiorellini, che sono in
relazione ai componenti della famiglia, ovvero la mamma, il papà e Giorgio. Con
questa simbologia il ragazzo comunica che si sente “le gambe tagliate”, non si
è sentito compreso, aiutato e stimolato nella sua crescita, ma appunto reciso.
Giorgio ha bisogno di essere capito e compreso, ascoltato, aiutato a trovare se
stesso, questo è rappresentato dai tre fiorellini che sbucano sbarazzini dal
tronco reciso; il fiore a sinistra è il materno, quello a destra il paterno e
il centrale e in alto il ragazzo.
Giorgio ha bisogno di sentirsi al centro dell’affetto dei suoi genitori ma allo
stesso tempo di elevarsi, e di crescere, di sbocciare, proprio come il fiore rappresentato. Il tronco reciso, comunque
è piuttosto alto, indicando il peso dell’educazione restrittiva, richiedente e
normativa, ci sono punte di orgoglio. Potete anche osservare dei sassi posti sotto al tronchetto: sono
disposti circolarmente come se Giorgio volesse proteggersi da questi vissuti.
Osserviamo la parte centrale, il qui e dora, che ci informa si come
Giorgio si sente nella vita quotidiana, quali elementi abbiamo?
Un sole, una nuvola e uno scivolo
(che tende a proiettarsi sulla destra), un fiore, dei sassi ed una farfalla.
Sono elementi che ci aiutano a capire cosa prova Giorgio.
Osserviamo il sole: grande,
squadrato, con raggi angolosi e il centro ovalizzato, ovvero sviluppato nella
dimensione verticale. Cosa ci conferma? Una figura paterna autocentrata,
dominatrice, i cui raggi non riscaldano ma sono come scosse elettriche (non a
caso è un elettricista), sono saette. Il sole ha l’espressione del padre:
austera, rigida, poco calorosa, individualista e normativa (il volto è ovalizzato
e stirato nella dimensione verticale). Non a caso, viene posta una nuvola tra
il sole e ciò che sta sotto: uno scivolo, una palla, uno scenario di
divertimento. Giorgio evidenzia il suo desiderio di vivere un rapporto con il
padre fatto di gioco, scambio, divertimento, gli sono mancati questi
momenti. Vive il padre come particolarmente assente e autoritario, incapace di
mostrare calore; la tristezza di Giorgio viene espressa appunto dalla nuvola. Abbiamo
un fiore con una farfalla: il ragazzo esprime il bisogno di tenerezza nel
rapporto con il paterno; abbiamo anche dei sassi a sinistra e a destra, sono i
paletti che materno e paterno hanno posto allo sbocciare della personalità del
ragazzo. Nella parte sinistra abbiamo tre sassi e a destra due: il materno
probabilmente si ritrova a dover gestire maggiormente il figlio, ma lo fa con
una certa tensione e nervosismo, risultando appunto un sasso.
Osserviamo ora la parte destra in relazione al futuro, alla crescita,
alle speranze e bisogni di Giorgio.
Quali elementi abbiamo? Lo
scivolo, una piscina, due gocce d’acqua, una figura umana e due uccellini.
Lo scivolo che si allunga sulla
destra esprime il bisogno di Giorgio di vivere e diventare autonomo, in particolare
di manifestare la sua natura allegra, estroversa e giocosa, non a caso ha
scelto una piscina. Interessante la simbologia del numero due posta in questa scena:
due sono le gocce d’acqua e due gli uccellini. Sia le due gocce che gli
uccellini sono i genitori: Giorgio chiede ad essi di essere accettato, riconosciuto,
di osservarlo felici mentre gioca e si diverte, mentre è se stesso. Le gocce
sembrano giocare con la figura umana (che è il ragazzino), è questo che desidera
per il suo futuro. L’omino ha le braccia alzate come segno e richiesta di
aiuto, il collo (che è molto lungo) e i polsi, se si osserva attentamente,
sono chiusi da una linea (non vi sono vestiti disegnati) esprimendo come al ragazzo sia stato chiesto di essere
più grande, razionale, autonomo e di non manifestare le proprie emozioni e la
sua natura estroversa. Oggi è un ragazzo chiuso e isolato, ma questa è una
sofferenza per lui, i momenti di isolamento gli generano una forte ansia e tristezza. La figura umana è inclinata a sinistra: Giorgio chiede di essere ascoltato dalle figure genitoriali, è un'imamgine che fa molta tenerezza.
In conclusione: Giorgio ha
vissuto in un clima familiare razionale, normativo, distanziante che ha
favorito insicurezza e generato ansia. Il materno, quando presente, non è stato
in grado di trasmettere affetto e di stimolare la crescita identitaria del
figlio. Il padre, percepito come individualista e normativo, non ha creato un
rapporto con Giorgio, il quale ha sperimentato per questo sofferenza. Al
bambino, divenuto poi ragazzo, è stato chiesto di essere serio, coscienzioso, inibendo
la sua natura solare ed estroversa.
E’ necessario che i genitori
prendano consapevolezza delle potenzialità del figlio, delle sue speranze, dei
bisogni e delle richieste implicite che si celano dietro a quell’aggressività,
agli scoppi di collera, alla tristezza, alla forte ansia che non gli consente
di vivere l’aspetto sociale con serenità, ai momenti di isolamento. Gli scoppi
di collera sono in relazione alla sensazione di compressione sperimentata da
Giorgio e al non diritto di poter essere se stesso e comunicare in modo
autentico; l’ansia e l’insicurezza, quanto la tristezza e l’isolamento sono in
relazione ad un rapporto con i genitori
che non ha consentito al ragazzo di sperimentarsi con il fuori di sé, vivere
la sua età, le relazioni con le figure primarie non hanno contemplato momenti
di condivisione e di divertimento.
Giorgio è quel fiore che ha rappresentato più volte, bisognoso di sbocciare.
L'analisi del disegno in banbini, adolescenti, adulti se adeguatamente svolta, è uno strumento di comprensione efficace, in grado di tradurre i simboli (corrispondenti alle parole dell'inconscio), nella narrazione del soggetto, mettendo in luce i motivi che stanno alla base di un determinato modo di essere. Mai etichettare una persona, qualunque età essa abbia, dietro ad ogni individuo c'è una storia tutta da scoprire!
A presto