Ogni adulto custodisce in sé una storia unica ed irripetibile, un romanzo di vita in cui ci sono personaggi, scenari, storie, dialoghi. Uno dei capitoli più importanti è quello in relazione al rapporto con i propri genitori: essi possono essersi presi di cura del proprio figlio o della figlia, accudendo dal punto di vista fisico e affettivo, favorendo protezione e stimolando allo stesso tempo autonomia, autostima e libertà di essere se stessi. Viceversa possono essersi verificate situazioni di disagio, traumi, conflitti disfunzionali sul piano psicoeducativo, lasciando nella memoria psichica delle tracce; alcune persone possono pensare che “il passato è passato e non serve a nulla ripensarci”, in realtà è proprio rivisitando questi luoghi o territori interiori passati che possiamo rendere consapevolezza di chi siamo oggi, del perché pensiamo, amiamo o reagiamo in una determinata maniera. In particolare modo il rapporto con i nostri genitori, tra i differenti aspetti, influisce sulle nostre scelte affettive, sul nostro grado di autonomia, sulla fiducia in noi stessi, sul sentirci bene”nella nostra pelle”, sul sentirci amati ed in grado di amare. Le esperienze di attaccamento nel ciclo di vita sono importanti poiché creano una base sicura che consente al bambino e alla bambina di acquisire sempre più sicurezza in se e fiducia nell’ambiente, portando alla conquista dell’autonomia e ad un rapporto con gli altri e con il mondo esterno basato su modelli di pensiero funzionali. Noi in realtà, se ci soffermassimo a riflettere siamo portatori dell’eredità dei nostri genitori, a loro volta portatori di vissuti personali e del rapporto con i loro genitori: c’è un filo invisibile meraviglioso che ci unisce alla nostra generazione e alla storia della famiglia cui apparteniamo. Essere adulti significa anche assumere il ruolo di “genitori di se stessi”, prendendosi cura della propria persona da un punto di vista fisico, psicologico ma anche energetico. Assumere il ruolo di genitori di se stessi, significa fare un percorso introspettivo, alla scoperta di se stessi, prendere per mano il proprio bambino interiore, la propria storia di vita e diventarne consapevoli. Chi non sa essere genitore di se stesso potrebbe avare bisogno di trovare persone sostitutive a sé e al proprio genitore interiore, sperimentando ad esempio dipendenza, oppure avere difficoltà ad amare e sentirsi amato, scegliere partner che, ad un’analisi approfondita, sono esattamente lo specchio delle esperienze sperimentate in rapporto con i nostri genitori. Ed allora quel continuo senso di vuoto, oppure di solitudine, di tensione e conflitto, di freddezza, di incostanza, ecc, possono trovare un filo conduttore che unisce il qui ed ora con il là ed allora. Nei confronti di noi stessi abbiamo delle responsabilità: siamo i condottieri di noi stessi; non possiamo de-responsabilizzarci lasciando il timone ad altre persone e delegandole delle nostre responsabilità. E’ importante nel qui ed ora aiutare il quarto chakra stabilendo un dialogo con noi stessi, imparando ad auto-osservarci, assistere, proteggerci, ascoltarci ed amarci, proprio come un genitore potrebbe fare con un figlio. In noi, inconsapevolmente possono albergare vissuti non risolti: in particolare esperienze, bisogni, pensieri, speranze, progetti che il nostro bambino interiore ha sperimentato e che crescendo potrebbe avere deciso di scacciare dalla consapevolezza, poiché le esperienze sono state dolorose. Il rapporto con i nostri genitori è una matrice importante, un’eredità che condizionerà il nostro modo di percepire noi stessi e gli come degni di amore.
Il chakra del cuore ne custodisce la storia, le gioie ma anche le delusioni, le perdite, i lutti, le ferite affettive, è un centro energetico collocato nel centro del petto, all’altezza del plesso cardiaco che da un punto di vista biologico ed energetico possiede un campo bio-elettromagnetico particolarmente esteso. Possiamo riequilibrare il quarto chakra attraverso molteplici terapie energetiche tra cui i trattamenti Reiki, all’oggi la validità confermata dalla scienza, e la cristalloterapia. Le pietre più utilizzate per il chakra del cuore hanno i bellissimi colori del verde e rosa:
- avventurina, crisoprasio
- quarzo rosa, kunzite
Sono pietre che possono sostenere anche chi ha purtroppo perso un genitore o una persona cara in questi mesi di pandemia Covid. Un valido aiuto può venire proprio da trattamenti Reiki e di cristalloterapia. Spero questo breve articolo vi sia piaciuto!
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