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giovedì 14 marzo 2013

La personalità e i meccanismi di difesa-prima parte




La personalità e i meccanismi di difesa, prima parte: lo sviluppo della personalità.
 
Che cosa è la personalità? Con questo termine abbiamo visto già che s’ intende l'insieme e l'interazione dinamica di due principali aspetti: il temperamento ed il carattere. Il temperamento consiste nell'insieme di caratteristiche genetiche sia fisiche che psichiche presenti fin dalla nascita. Non ereditiamo solamente il colore degli occhi, dei capelli o la statura, bensì anche la predisposizione a certe malattie oppure a certi tratti psichici come l'emotività, l'aggressività, etc…al temperamento appartengono tutti gli atti e modi di pensare istintivi, quelli che fatichiamo a razionalizzare e controllare con la ragione, i gesti che non hanno un perché e per questo sono spesso inconsapevoli.
Il temperamento la è base biopsichica di partenza che viene modellata attraverso l'interazione con le varie situazioni di vita e con il contesto sociale, il risultato del temperamento con l0interazione ambientale che si chiama carattere. La personalità dunque è l'insieme dell'innato e l'acquisito con l'esperienza. Facciamo un esempio pratico per capire: un bambino nasce con la predisposizione alla fragilità emotiva, ora tutto dipende dal contesto in cui vivrà, esso potrà essere favorente o inibente verso tale caratteristica, che può rimanere latente o manifestarsi con intensità variabile. Se questo bambino vivrà in un ambiente tranquillo, rassicurante, contenitivo ed incoraggiante probabilmente questa fragilità sarà contenuta, viceversa potrebbe diventare poco proficua e disturbare l'equilibrio. La personalità è l'insieme di caratteristiche fisiche, psichiche e modalità di comportamento che, nella loro dinamica integrazione costituiscono il nucleo caratteristico di un individuo, che rimane tale nella pluralità e nella differenza delle situazioni ambientali in cui agisce e vive.
La scienza che maggiormente ha studiato la personalità è la psicologia dinamica, una branca della psicologia che si occupa della delicata interazione tra i vari sistemi psichici. Le diverse teorie psicodinamiche hanno dato un prezioso contributo agli studi sull'equilibrio della personalità, mettendo in luce come tendenze opposte entrino in conflitto creando dei disturbi e dei malesseri psichici e fisici. Un esempio pratico: una persona può avere una predisposizione temperamentale che la spinge ad andare verso gli altri, un ambiente esageratamente rigido e normativo, potrebbe avere avuto un ruolo di contrasto a questa spinta interiore, creando un conflitto: da una parte il desiderio di aprirsi e dall’altra parte i condizionamenti che frenano questo atteggiamento.
Prima degli studi dello psicologo S. Freud, si pensava che il comportamento umano fosse cosciente e razionale, tutto veniva spiegato con teorie concrete. Freud ha il merito di avere sconvolto questa limitata concezione introducendo il concetto astratto di Inconscio, Preconcio e di Conscio. Egli ha ideato una teoria del profondo, chiamata cosi poiché indaga e mette in luce tutti quegli aspetti di una persona che non sono visibili esternamente. Freud va oltre all'involucro esterno per risalire a dei meccanismi più profondi che in un certo senso si nascondono piuttosto bene. Freud ha paragonato la personalità umana ad un iceberg in cui soltanto la parte superficiale è visibile all'esterno ed è conscia e ciò che non si vede rimane inconscio inaccessibile, oscurato, come se giacesse in un pozzo profondo.
Freud sostiene che, se la mente è metaforicamente paragonabile ad un iceberg, la parte del conscio (la consapevolezza di sé la cui attività è sottoposta alla ragione) è la punta dell'iceberg: la maggior parte della personalità e di tutta l'attività psichica si svolge "segretamente" in una zona non facilmente accessibile, in maniera inconsapevole. Semplificando spesso crediamo di agire e pensare in un determinato modo perché lo riteniamo necessario, logico e razionale quando in realtà i reali motivi sono ben nascosti.
Accenniamo brevemente che, secondo la psicologia dinamica, lo studio della formazione della personalità si articola principalmente su quattro presupposti:
  • Il sistema topografico di descrizione della psiche umana : secondo questa teoria si parla di Conscio, Inconscio e Preconscio;
  • Il modello strutturale di descrizione della psiche umana: secondo questa teoria si parla di Es, Io, Super-Io;
  • Tendenze libidiche e tendenze aggressive: secondo questa teoria si parla dell'energia vitale, qualificandola in una energia positiva, produttiva e costruttiva e in una energia distruttiva;
  • Fasi dello sviluppo psicosessuale: secondo questa teoria ogni essere umano percorre delle fasi di crescita psicologica e sessuale, queste fasi sono la fase orale, fase anale, fase fallica, fase edipica, fase di latenza e fase genitale;
Ogni individuo eleva delle difese verso aspetti di sé o del mondo circostante che sente come troppo forti e disturbanti l'equilibrio, tali difese, sono come una specie di salvagente che salvaguarda la persona permettendole di andare avanti senza essere scompensata, mantenendo un certo grado di equilibrio socialmente accettabile ed adattivo. Le difese dell’Io sono un perfetto sistema immunitario che ci protegge attraverso degli anticorpi che sono i meccanismi di difesa. Attraverso le difese l'energia vitale viene convertita in sintomi di diversa natura ( disturbi psicosomatici, nevrosi, psicosi, isteria, fobie, angosce, paure, manie, reazioni incontrollate ed impulsive, ira, etc…). Freud elaborò la teoria della rimozione, cioè quel processo che la coscienza mette in atto per allontanare "qualcosa" che sente di disturbo: sentimenti, pensieri, ricordi ed emozioni che risultano indesiderati, perché contrastano con le norme morali e sociali alle quali si è stati condizionati attraverso l'educazione o perché tali stati sono sentiti come troppo forti per essere mantenuti nella coscienza. Questi contenuti inaccettabili vengono respinti e rimossi dalla consapevolezza. Porto un esempio pratico e appositamente semplificato per rendere chiaro il concetto: se un bambino vive uno stato di forte paura, potrebbe decidere inconsciamente di seppellire questa paura nell'inconscio per non riviverla più, e di sostituirla ad esempio con sintomi come potrebbero essere crisi di panico o disturbi psicosomatici.
Ciò che si vede all'esterno e che non si spiega è un sintomo psicosomatico, l'indagine del profondo metterà in luce il reale motivo cioè un disagio traumatico vissuto nell'infanzia. L'inconscio è una preziosa risorsa, aprire la sua porta e ascoltare cosa ci può comunicare, permette ad un individuo di finalizzare in maniera proficua la propria conoscenza. L'inconscio è come una cantina, in cui vengono riposte delle cose che sentiamo ingombranti, in esso sono collocate tutte le rappresentazioni rimosse dalla coscienza, cioè tutte quelle esperienze che abbiamo sentito come eccessivamente frustranti. Con questo processo l'accesso di questi dati alla consapevolezza viene limitato, in modo da potere sopravvivere con un certo equilibrio. I contenuti psichici ingombranti e dolorosi non scompaiono, essi continuano a vivere ed esistere, camuffati e travestiti da sintomi psicologici e fisici o psicopatologie.
Noi siamo i nostri sintomi, essi ci comunicano qualcosa che andrebbe indagato con professionalità e serietà. Spesso ad esempio diamo la colpa al mal di testa che ci perseguita quando ad una indagine più profonda scopriamo che si tratta di rabbia accumulata e che non siamo in grado di manifestare perché la sua espressione libera la abbiamo "chiusa in cantina" cioè nell'Inconscio. Il vissuto ci ha insegnato magari che manifestare rabbia non va bene e quindi non ci si è dati il permesso di esternare questo sentimento. Una certa educazione e le diverse situazioni di vita impongono alla coscienza di non accettare alcune pulsioni naturali, stati d'animo o certi sentimenti di ostilità poiché ritenuti inadeguati, poco proficui. Queste direttive e queste censure che arrivano dall'esterno bloccano il fluire dell'energia psicofisica per cui la persona decide inconsapevolmente che la cosa migliore è non provare determinati stati.
Con questo processo le pulsioni naturali cioè ciò che proviamo realmente e con forte intensità, vengono rimosse per riaffiorare sotto altra veste, mascherate, non riconoscibili, il paziente è inconsapevole del perché reale del sintomo. Il sintomo psichico o fisico è l'espressione inconscia di parte dell'energia che è stata come inibita e bloccata nella sua libera espressione, perché la coscienza non ha saputo tollerare un determinato stato psichico ( es: rabbia, paura, terrore, gioia, spavento…). Quindi le varie esperienze di vita hanno portato a credere che fosse meglio rimuovere taluni contenuti mentali, affettivi ed emotivi, sostituendoli con dei sintomi che manifestano dei disagi.
Sintetizzando possiamo dire che per un bambino possono esserci avvenimenti e situazioni cosi sentite forti e traumatiche , al punto da rappresentare una reale minaccia per il proprio equilibrio psichico. Nella impossibilità di convivere e sostenere un carico psicologico sentito cosi pesante, il bambino rimuove l'evento spostandolo nell'Inconscio. Questo evento insopportabile viene collocato lontano ed in profondità, cosi il bambino si salvaguarda e mette al sicuro la propria coscienza, l'evento viene cosi come dimenticato e la persona si illude di perderne la memoria. L'inconscio rimane invece attivo e condiziona profondamente il comportamento di un individuo influendo sul suo benessere psichico e fisico.
L'indagine psicodinamica della personalità si basa sull'idea che nel comportamento umano siano presenti cause, motivazioni e dinamiche molto profonde. Facciamo una panoramica ora sulla teoria psicodinamica della personalità indagando le principale teorie freudiane che restano al base di partenza.

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